martedì 14 agosto 2007


Parlando del Metodo Feuerstein

(la mediazione educativa per insegnare a imparare)

Il metodo Feuerstein, conosciuto e studiato in tutto il mondo, è stato sviluppato dal Prof. Reuven Feuerstein e dalla sua equipe all’Istituto Feuerstein per lo Sviluppo del Potenziale d’Apprendimento (ICELP: International Center for the Enhancement of Learning Potential) aperto nel 1993 a Gerusalemme.
Dopo circa quarant’anni di ricerche ed esperienze, il prof. Feuerstein ha elaborato una teoria che si basa sul postulato della MODIFICABILITA’COGNITIVA STRUTTURALE e sul concetto di ESPERIENZA DI APPRENDIMENTO MEDIATO.
La sua teoria sostiene che l’intelligenza è un fenomeno dinamico, modificabile ad ogni età e ad ogni livello di funzionamento cognitivo, quindi può essere sviluppata, modificata strutturalmente e insegnata.
Tutti possono imparare di più e meglio perché l’individuo è modificabile ed è possibile suscitare in lui il bisogno di modificarsi. Ma come? In quale modo? Affinchè il cambiamento si produca è necessaria la presenza di un mediatore umano; qualcuno che si interponga con intenzionalità e con un comportamento attivo tra il soggetto e l’ambiente. Un mediatore che, con un atteggiamento consapevole e modificante, colleghi lo stimolo al soggetto per interpretarlo, renderlo comprensibile, suscitare delle emozioni.
Un aspetto innovativo nella teoria è che Feuerstein riconosce l’interdipendenza che esiste tra emozioni e attività cognitive; infatti egli sostiene che la mediazione, per essere efficace, deve suscitare emozioni e quindi essere carica di significati affettivi.
Nel corso degli anni, Feuerstein e la sua equipe hanno individuato dei “ principi o criteri” che focalizzano il ruolo del mediatore descrivendo quali sono le interazioni che si devono mettere in pratica per attuare un’esperienza di apprendimento mediatizzato.

L’esperienza di apprendimento mediatizzato sviluppa in chi la sperimenta la capacità di apprendere
, di percepire e di gestire il proprio pensiero operativo. I primi mediatori naturali sono i genitori. La mediazione avviene sin dalla nascita e il primo mediatore che il bambino incontra è il corpo caldo e morbido della mamma. La mediazione viene attuata non solo verbalmente, ma con ogni forma di comunicazione, è una qualità di rapporto, non ha importanza il suo contenuto ma l’intensità con cui è trasmessa: è un modo di condividere un’esperienza.
Questa teoria del cambiamento e dell’apprendimento attraverso la mediazione è stata concretizzata nell’elaborazione di due strumenti pedagogici:
a) il metodo di valutazione dinamica del potenziale d’apprendimento (scelta alternativa alla rigidità dei test del Q.I. in quanto non si propone di misurare nozioni acquisite ed abilità apprese, bensì di scoprire che cosa il soggetto è in grado di apprendere);
b) il programma di arricchimento strumentale P.A.S. (serie di strumenti che comprendono più di 500 esercizi carta e matita, consente l’evoluzione e lo sviluppo delle funzioni cognitive ed esige l’attenzione ai processi).
Per concludere possiamo rivedere in modo schematico i tre elementi essenziali su cui è basato il metodo:
LA DIAGNOSI DEL POTENZIALE DI APPRENDIMENTO
IL PROGRAMMA DI ARRICCHIMENTO STRUMENTALE
Sono strumenti tecnici specifici che richiedono un percorso di formazione.
L’ESPERIENZA DI APPRENDIMENTO MEDIATIZZATO non richiede conoscenze specifiche ma solo volontà di utilizzarla e tutti possiamo diventare mediatori intenzionali. Infatti come sottolinea il prof. Feuerstein:

La mediazione non è la semplice applicazione di attività o strategie educative: è un’arte che si adatta ai bisogni di bambini e genitori facendoli crescere insieme”.

paolar


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